Webzine Sanità Pubblica Veterinaria
Numero 25 - giugno - http://spvet.it
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Trascrizione dal libro "LE MEDICINE DE GLI
ANIMALI, raccolte da Alessandro Venturini di Tendola et accresciuti di nuovi
Secreti da Francesco Pignoccati Romano" (da pag. 34 a pag. 42).
(N.d.R.: Il testo é databile, grazie al reperimento di copie analoghe
conservate presso la Biblioteca Nazionale di Firenze, tra il 1670 e i primi anni
del 1700)
VACCA, TORO, VITELLO, BOVE, BUFALO
Nei numeri di SPV precedenti abbiamo cominciato a
trascrivere un trattato che riporta i rimedi ottenuti dagli animali, utili per
curare le malattie dell'Uomo. Una farmacopea animale molto diversa dalle
prescrizioni farmacologiche dello stesso periodo storico che riguardavano
principalmente le piante o parti di esse, come frutta, radici o fiori.
Naturalmente
questi rimedi rappresentano poco piú che delle semplici curiositá. La Redazione auspica che
nessuno fra i nostri lettori sia tentato (o avrà lo stomaco) di seguire davvero
tali prescrizioni. In caso contrario non ci assumiamo alcuna responsabilità
sulle conseguenze che i "rimedi" descritti in queste pagine potrebbero avere
sugli sperimentatori.
Se siete a conoscenza di altre collezioni di
rimedi basati su prodotti animali (o vegetali), Vi preghiamo di darcene notizia
tramite email all'indirizzo spv_webzine@pg.izs.it, o di comunicarlo
alla Redazione di Sanità Pubblica Veterinaria c/o Istituto Zooprofilattico
Sperimentale dell'Umbria e delle Marche - Via G. Salvemini n.1 - 06126 PERUGIA.
VACCA
Lingua di
Vacca fattone cenere, e dara alla donna, genera assai latte. Esp.
Corno di vacca fattone cenere e soffiato dentro al
naso, ferma il flusso del sangue, e untandone la morsea, la sana. Rasis.
Latte vaccino smorzatovi dentro al ferro, o pietra di
gira bevuto, e fattone in seguito, con songia caprina, sana ogni flusso di
corpo. Gil. in V.
Burro di vacca mescolato con sterco
di Bove, se ne fa impiastro, applicato al ventre sana l'idroprisia (n.d.r.:
malattia caratterizzata dall'accumulo di liquido nelle cavità e nel tessuto
sottocutaneo). Esp.
Sterco di vacca arrostito, e posto
sopra il naso ferma l'uscita del sangue. Pietro Hisp.
Sterco di
vacca misto con aceto, e fattone impiastro all'umor degli occhi lo
leva. Medici.
Sterco detto posto alla podagra (n.d.r.:
attacco di gotta in forma acuta) frigida, le giova; e così con radice di
Dragontea secondo Auic.
Sterco misto con miele caldo,
posto sopra il pettignone (n.d.r.: pube), fa urinare chi non può. Idem.
Calcagno di vacca fattone polvere e dato da bere con
miele, latte o vino, uccide i vermi, e li fa evacuare. Idem.
Unghia interiore della vacca fatta in cenere e data a
bere alle donne partorienti, aumenta il latte. Esper.
Calcagno
di vacca arso, e con questa cenere sfregarne i denti commossi (n.d.r.:
doloranti) e gengive lasse (n.d.r.: irritate), le ferma. Idem.
Ossa di vacca fattone cenere usata come sopra vale
molto. Rasis.
Ossa di stinchi abbrustolite, e date a
bere durante il flusso di sangue, lo sanano.
Fiele
vaccino misto con olio rosato, posto nell'orecchio ne toglie il dolore.
Idem.
Burro di vacca mescolato con sterco di bove se ne
fa un impiastro, che applicato al ventre sana l'idroprisia. Halij.
TORO
Sangue di
Toro, untandone la faccia, leva le macchie. Sesto Plato.
Fiele di toro, e una spoglia (n.d.r.: pelle) di
serpente fritti, posti in aceto, scolata detta materia si pone dentro le
orecchie sorde, però purgato prima il corpo. Esperimentato.
Sangue di toro cotto con cavoli e applicato sul ventre
opilato, sana le opilaziozioni. Plin.
Sangue detto
cotto e applicato sopra, assottiglia la vista. Idem.
Fiele di
toro avvolto nella stoppa, legato all'ombelico, muove il corpo (n.d.r.:
l'intestino). Incerto.
Fiele untando le ulcere
fraudolenti (n.d.r.: che non si rimarginano), le ferma. Rasis.
Fiele dissoluto con scorza d'uovo, e linirne le
cicatrici colorite, rende il primo colore. Kiran.
Fiele
suddetto, vale alle ulcere recenti dell'orecchio, lenendole. Alchitr.
Fiele suddetto, untandone le ulcere del posteriore, le
riduce a sanità. Auic.
Fiele di toro, linendone la
morfea nera (n.d.r.: malattia della pelle che provoca lesioni violacee al labbro
inferiore), e impetigine nera (n.d.r.: è una un’infezione batterica della pelle
e si manifesta con lesioni purulenti principalmente sul viso e sulle mani), la
sana e rende la faccia lucida. Sest.
Fiele misto con
miele, untandone gli occhi, grandemente ne toglie le suffusioni (n.d.r.:
ecchimosi di notevole rilevo). Sest. Plato.
Fiele di
toro con alume, vale all'alopecia,
untandola.
Fiele suddetto con sugo porrino, oppure con
latte umano, istillati nelle orecchie, ne leniscono il dolore, e acqua in quelle
esistente. Idem.
Fiele di toro quanto una nocciola,
dissolto con due cucchiai di vino, e dato da bere alla donna che ha il figlio
morto in corpo subito partorirà. Bernardo.
Fiele di
toro, fattone polvere e darne a bere a chi diventasse paralitico, o
darlo a mangiare, sanerà. Rec. di Gal.
Fiele di toro
con mulso (n.d.r.: mosto dolcificato con miele e fermentato), o miele, posto
negli occhi, leva le suffusioni e caligini (n.d.r.: piaghe cutanee). Sest. Pl.
Fiele suddetto con mulso messo nelle orecchie, ne leva
il dolore. Idem.
Fiele suddetto, raccolto in lana e
farne supposta, muove il corpo e ammazza i vermi. Idem.
Fiele di
toro ungendo sopra l'ombelico solve il ventre. Idem.
Sterco di toro, imbratterne il capo, ferma i capelli
che cadono da malattia. Kir.
Sterco di toro, e bevuto
con acqua calda, sana ogni dolore. Sesto. Plato.
Sterco
caldo, di toro, posto all'alopecia, la sana. Idem.
Sterco suddetto, arso e asperso con vino, o acqua
bollente, e posto sulle scottature, le sana. Idem.
Verga di
toro macerata in aceto, e con esso lenirne la faccia, la fa splendida.
Idem.
Testicoli di toro, pestati con acqua fredda, rose
e zafferano, con tale composizione, untandone la natura ferita, la sana in
quattro giorni. Argel.
Vescica di toro, data a bere
come si è detto al capitolo della vescica di capra, sana il flusso di urina.
Gio. Ketan.
Urina di toro posta sulle narici,
potentemente aiuta l'odorato perduto. Aliab.
Urina di
toro, vale al dolore dell'orecchio postavi dentro. Diosc.
Midollo di toro triturato, e bevuto con vino, sana i
tormenti. Sesto. Plato.
VITELLO
Caglio di
Vitello, bevuto, sana i mestrui rossi (n.d.r.: dolorosi). Diosc.
Detto al peso di 3 oboli (n.d.r.: 1 obolo = 0,1 gr.),
bevuto con vino, dissolve il sangue o latte rappreso nello stomaco. Dios.
Fiele di vitello misto con aceto scaldato, lenirne le
ulcere del capo, giova. Plin.
Grasso di Vitello,
midollo di cerva, grasso di becco (n.d.r.: montone), bidello, storace (n.d.r.:
liquido della corteccia dell'albero dello storace), armoniaco (n.d.r.: sale
ammoniaco) con cera, fa ceroto, che posto alle parotide (n.d.r.: ghiandole
salivari) indurite, le mollifica. Argell.
Omento, o
reticella di vitello fritta in padella, e più volte posta sul ventre conferisce
molto al flusso di corpo. Esp.
Midollo di vitello
mollifica i tumori duri. Idem.
BOVE
Grasso di Bove
untandone i varoli, ferse e rosoie, cioè nelle balpere (n.d.r.: palpebre), le
sana. Aetio.
Budella di bove in polvere, e data con
vino e nei cibi, ferma ogni flusso di corpo. Idem.
Sangue di
bove in polvere posto sulle ferite, ne restringe il sanguinamento.
Provato.
Fiele di bove misto con miele untandone il
palato, vale alla prefogazione (n.d.r.: perforazione), e sfregarne gli orifizi
delle emorroidi, le apre. Dios.
Fiele di bove misto con
urina di capra, e instillato tiepido nell'orecchio, ritorna l'udito. Plin.
Pietra, che si trova nel fiele di bove bevuta in
polvere, rompe la pietra (n.d.r.: calcoli renali). Argel.
Pietra, che
sta nel fiele di bove tenuta dentro il naso, proibisce l'acqua
(n.d.r.: inibisce il muco), che discende agli occhi. Argel.
Fegato di bove ridotto in polvere abbrustolito, e
bevuto con vino rosso restringe il flusso urinario anche sanguinolente. Halij.
Sterco di bove risolve qualsivoglia enfiagione (n.d.r.:
gonfiore) e durezza di postema (n.d.r.: ascesso). Idem.
Sterco detto ridotto in polvere e applicato alle narici
ritiene il flusso del sangue. Idem.
Sterco detto
mescolato con burro di vacca fattone impiastro, e applicato al ventre, sana
l'idroprisia. Auic.
Fiele di bove mescolato con
salnitro applicato alle bolle, che nascono in capo dopo che saranno unte con
olio, così che si levino le croste, le sana. Idem.
Fiele di
bove sana, e lenisce il dolore delle emorroidi. Idem.
Il midollo della gamba del bove mescolato con il sangue
del detto bove ungendo dove cadono i capelli per qualche infermità, li
fortifica. Plin.
Verga di bove bruciata e ridotta in
polvere, sana in tre volte le emorroidi lavate prima con vino bianco caldo, e
poi polverizzate. Gir. Cor.
Fiele di bove con bambagia
dentro le orecchie leva il dolore. Halij.
Pietra che sta nel
fiele di bove polverizzata, e posta nel naso sana il mal caduco
(n.d.r.: epilessia). Matth.
Pietra detta polverizzata,
e posta nel naso vale alle caligini degli occhi. Idé.
Midollo di
bove vale all'edema indurito, posto con mollitivi (n.d.r.: unguenti
idratanti). Argel.
Verga di bove, fattane polvere e
dopo essere stata sopra ad uno scudo d'oro, data con vino bianco tiepido, sana
il dolore colico. Ant. Quint.
Calcagno di bove in
polvere dato con latte, o vino da bere, uccide e fa evacuare i vermi. Raffis.
Corno di bove d'India, vale contro le petecchie.
Lapidario.
Sterco di bove, posto sul ventre
dell'idropico al sole, dissecca l'acqua. Herbario.
Sterco di
bove fritto in padella con olio comune, e così caldo posto sopra la
carne marcia in qualche luogo della persona, subito la toglierà, e farà tornare
la buona. Fallop.
Sterco di bove, applicato alle ulcere
difficili da consolidare nelle gambe, le sanerà. Arg.
Sterco di
bove estrattone il sugo, e posto nella fistola di un uomo applicandovi
sopra lo sterco, sanerà. Idem.
Sterco suddetto, con
quello d'asino cotti in aceto, e con songia di catello (n.d.r.: piccolo cane,
cagnolino), giovano ai dolori artritici. Idem.
Sterco
detto polverizzato 3. vj. branca orsina (n.d.r.: zampa di orso) 3. iv. tre uova
crude, solfore 3.i. miste, fa impiastro sopra l'idroprisia, alla podagra e
milza, che sanerà. Kirano.
BUFALO
Caglio di
Bufalo, posto ad ogni tumore, lo medica, massime (n.d.r.: con i
migliori risultati) agli occhi. Dios.
Caglio di bufalo,
al peso di tre oboli, bevuto con vino, dissolve il sangue, o latte, che si trova
congelato nello stomaco. Idem.
Latte di bufalo, con
nitro, e aceto si faccia bollire tanto che venga a spessezza (n.d.r.:
consistenza) di miele, e con quello si unti la fronte, che si sana l'emicrania.
Plin.
Latte detto, con fiele caprino, infuso dentro le
orecchie fetenti con dolore, sana. Idem.
Latte di
bufalo, posto nelle orecchie, ritorna l'udito. Idem.
Urina di bufalo, mista con olio rosato e mirra,
instillata calda nelle orecchie, ne leva il dolore da causa frigida. Auic
Urina di bufalo, da per se sola, fa il suddetto
effetto, posta nell'orecchio. Aliab.
Sterco di bufalo
con feccia d'aceto, se ne fa impiastro sopra alla podagra. Plin.
Sterco di bufalo, applicato al morso delle vespe e api,
ne leva il dolore. Aetio.
Ringraziamo Nadia Montanucci per la trascrizione dal testo originale |